venerdì 18 settembre 2015

Il supposto scoop di QN sul caso dei due Marò


Premetto che io faccio il tifo per i due Marò e che secondo me la competenza a processarli è dello Stato italiano, ma questo non m’impedisce di conservare sulla vicenda la massima obiettività.

La settimana scorsa, QN-Quotidiano Nazionale ha diffuso la notizia,[1] rilanciata da quasi tutti i media, dell’autogol fatto dall’India, che avrebbe allegato agli atti depositati presso il Tribunale internazionale per il diritto del mare (Itlos), che doveva decidere esclusivamente sull’ammissibilità dell’arbitrato alla Corte dell’Aja, la prova documentale che i proiettili estratti dai corpi delle due vittime – i due pescatori del Saint Antony, Valentine Jelastine e Ajeesh Pink - erano più lunghi di quelli in dotazione ai marò.

Leggendo la notizia, mi è tornato subito in mente un articolo di Repubblica di qualche anno fa, che riferiva in esclusiva dell’inchiesta di un ammiraglio italiano. Mi sono messo a cercarlo in rete e l’ho trovato.[2]

Cercandolo, mi sono ovviamente imbattuto anche nella voce di Wikipedia[3], che, oltre a riportare l’articolo predetto di Repubblica, contiene nelle note alcuni scritti interessanti, tra cui quelli di Matteo Miavaldi, che è un giornalista italiano che lavora in India per conto di un giornale cinese e che ha seguito assiduamente e accuratamente il caso fin dall’inizio (vedi al riguardo la voce Wikipedia, note 11 e 12). Da essa, ho anche appreso del ruolo svolto nella vicenda dal sedicente ingegnere Luigi Di Stefano, autore di un documento "tecnico" che scagiona i due militari dall'uccisione dei pescatori indianiIl Di Stefano è un dirigente del movimento politico di estrema destra Casa Pound e pare essere la fonte sia di QN-Quotidiano Nazionale, sia de Il Giornale e altri organi di stampa di destra, che stanno fin dall’inizio portando avanti una campagna di stampa per la liberazione dei due Marò, propalando però anche notizie infondate o molto di parte.

Discutendone in rete con quelli che avevano postato l’articolo di QN per sostenere l’innocenza di Latorre e Girone, ho linkato l’articolo di Repubblica del 2013 ed osservato che il punto non era che noi dovessimo stabilire se sono stati Latorre e Girone, ma che, secondo la ricostruzione di Repubblica su fonte attendibile, i proiettili di calibro 5,56 mm, di produzione italiana, erano in dotazione alla Nato. E che, come si ipotizzò tre anni fa, possono essere stati esplosi da altri militari italiani di guardia alla nave (in totale erano sei), i quali avevano in dotazione armi con proiettili di quel calibro (Repubblica ne fa anche i nomi: i sottocapi Andronico e Voglino). I quali – rammento – sono stati ascoltati tutti come testimoni dal Tribunale indiano solo in videoconferenza, poiché l’Italia si oppose acché venissero escussi in India.

Approfondendo gli aspetti balistici, ho ricavato che, non essendo stato ancora celebrato il processo in India, sono noti finora soltanto i risultati dell’indagine eseguita dalla polizia dello Stato del Kerala, ma non quelli dell’inchiesta effettuata successivamente dalla polizia federale National Investigation Agency (Nia). A questo riguardo, allego due articoli, uno di Repubblica[4] e un altro di Matteo Miavaldi.[5]


[1] "I marò non usano quei proiettili". E c'è la truffa dei testimoni fotocopia
India, nelle carte depositate al Tribunale del Mare tutti i trucchi dell'accusa
di LORENZO BIANCHI
11 settembre 2015

[2] Marò, la verità degli italiani su quei 33 minuti.
Il giallo: i fucili erano quelli di altri soldati
Il contenuto di una "inchiesta sommaria" prodotta pochi giorni dopo l'incidente sulla Enrica Lexie. I proiettili estratti dai corpi delle due vittime esplosi da armi che non erano di Latorre e Girone. La ricostruzione: segnali luminosi, prime raffiche in acqua e persone armate sulla barca. Così furono scambiati per pirati 
di MAURA GUALCO e VINCENZO NIGRO
06 aprile 2013

Seconda parte dell’articolo d’inchiesta di Repubblica


[4] Marò, il giallo dei documenti presentati ad Amburgo. India potrebbe aver inviato una vecchia perizia con dati sbagliati sui proiettili
Una perizia successiva conferma la compatibilità tra il proiettile estratto e le munizioni in dotazione ai fucilieri italiani
11 settembre 2015

Matteo Miavaldi
Mercoledì, 16 Settembre 2015


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http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2838096.html

venerdì 11 settembre 2015

Shukri Said ha prima censurato un mio commento e poi mi ha 'bannato'


Pubblico la e-mail che ho inviato, in data 8 settembre, a Ezio Mauro e Vittorio Zucconi sulla censura di un mio commento, di critica motivata alla sua proposta di attribuire il premio Nobel alla cancelliera Merkel per l'accoglienza degli immigranti, da parte di Shukri Said, titolare del blog “Primavera africana”, su Repubblica.it, nel quale ella conduce una lotta per la libertà, tra cui quella di stampa, in Somalia, suo Paese di origine. Dopo la censura, incredibilmente, Shukri Said - con una decisione che io sono incline ad immaginare interiormente isterica - mi ha addirittura “bannato”.


Da:
vhttp://webmail-static.iol.it/cp/images/default/en/uikit/img_transparent.gif
08 set 2015 - 20:13 http://webmail-static.iol.it/cp/images/default/en/uikit/img_transparent.gif http://webmail-static.iol.it/cp/images/default/en/uikit/img_transparent.gif
http://webmail-static.iol.it/cp/images/default/en/uikit/img_transparent.gif
A:
<e.mauro@repubblica.it>, <v.zucconi@repubblica.it> http://webmail-static.iol.it/cp/images/default/en/uikit/img_transparent.gif
http://webmail-static.iol.it/cp/images/default/en/uikit/img_transparent.gif
CC:
<migrare@tiscali.it> 

Egr. Direttore Ezio Mauro e.mauro@repubblica.it
Egr. Direttore Vittorio Zucconi  v.zucconi@repubblica.it
p.c. Signora Shukri Said  migrare@tiscali.it (mi scuso, ma non sono riuscito a trovarne altri, prego di trasmetterglielo)

Oggetto: Predicare bene e razzolare male

Segnalo, a mo’ di protesta, che Shukri Said, titolare del blog “Primavera africana”, in calce al post “Nobel alla Merkel”, prima ha cancellato un mio commento, franco e duro verso la Germania ma del tutto – a me sembra – motivato poiché fondato su dati e fatti, e poi mi ha addirittura precluso la possibilità di commentare, sanzione palesemente, oltre che ingiusta, esagerata e perciò indizio infallibile di coda di paglia. Della serie “predicare bene e razzolare male” (cfr. http://primavera-africana.blogautore.repubblica.it/2015/03/03/condannati-i-giornalisti-di-shabelle-media-network-a-mogadiscio/ ; http://primavera-africana.blogautore.repubblica.it/2015/03/19/liberiamo-mohamed-bashir-hashi/ ; http://primavera-africana.blogautore.repubblica.it/2015/06/25/i-giornalisti-di-radio-shabelle-sono-a-roma/ ).
Cordiali saluti
V

Allegati:

7 SET 2015
Il Nobel alla Merkel

Primo commento:

Mi spiace, non sono affatto d'accordo di dare il premio Nobel alla "bottegaia" Merkel, per i seguenti, principali motivi:
Ella è la degna rappresentante di un popolo di bottegai, che hanno imparato bene il detto napoletano del "chiagne e fotte".
Anche in questo caso, la Germania persegue un obiettivo esclusivamente utilitaristico, <i>pro domo sua</i> (età media elevata e crescente, bassa natalità e perciò insostenibilità nel lungo termine del suo robusto welfare; disponibilità di forza lavoro a basso costo per la sua forte economia, a differenza dell'Italia e di quasi tutti gli altri Paesi dell'Eurozona, non intaccata finora dalla crisi).
Essa applica un doppio standard nell'osservanza delle regole UE: lasco con se stessa (vedi il rapporto deficit/Pil nel 2003-2005 o, da anni, il surplus commerciale eccessivo, parametro molto importante e sottovalutato e causa di squilibri importanti tra i Paesi dell'EUZ), severo e rigido con gli altri, segnatamente l'Italia e gli altri Piigs, ad esclusione, guarda caso, della Spagna perché esposta verso le banche tedesche (vedi il rapporto deficit/Pil o, più in generale, l'inosservanza dell'art. 3 del trattato europeo e dell'art. 2 dello statuto della BCE, fatto a misura sua e delle sue fobie e, nonostante questo, disatteso da anni, con gravi conseguenze per i Paesi deboli e debitori dell'EUZ).
Vincesko

(prima pubblicato, poiché non c'è moderazione, poi cancellato)

Secondo commento:

Mi sorprende molto che la titolare di questo blog, che si batte per la libertà di stampa in Somalia, abbia censurato il mio commento contenente critiche motivate alla cancelliera Merkel e alla Germania, pubblicate senza problemi in altri blog.
Vincesko

(non è stato possibile pubblicarlo, incredibilmente mi ha “bannato”)


Post e articolo collegati:

Le promesse da marinaio della “bottegaia” Merkel

Il chiagne e fotte dei furbi “bottegai” tedeschi

False opinioni sull’Italia e la Germania


L'anschluss globale della Germania
Alessandro Avvisato
Sono in molti a interrogarsi sul repentino cambio di linea adottato dalla Germania sull'emergenza rifugiati, un cambio di rotta che ha immediatamente modificato l'agenda e le posizioni dell'Unione Europea.
14 settembre 2015
http://sinistrainrete.info/articoli-brevi/5700-alessandro-avvisato-l-anschluss-globale-della-germania.html
  

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lunedì 7 settembre 2015

Renzi, taglio delle tasse (IMU e TASI) nel segno di Berlusconi


L’eliminazione dell’IMU e della TASI sulla prima casa, per tutti senza distinzione di reddito, preannunciata da Renzi[1] è una decisione pessima, degna di un demagogo amorale come Berlusconi, il quale prima, nel 2008 (DL 93/2008), per ragioni elettorali abolì l’ICI sui ricchi[2] (a tutti gli altri aveva già provveduto Prodi), poi, nel 2013, per tener di nuovo fede ad una promessa elettorale che gli aveva fatto guadagnare consensi nell’ultimo scorcio di campagna elettorale, costrinse Letta[3] ad abolire l’IMU sulla casa principale, reintrodotta da Monti con la manovra cosiddetta salva-Italia (DL 201/2011), arrecando al bilancio dello Stato un buco di 4 miliardi. 

Il quale Monti ha perciò buon gioco ora nel proclamarsi più a sinistra del PD e di rinfacciargli di togliere, appena al governo, le rare forme di imposta patrimoniale.[4]

In effetti, come rilevato anche da Bersani,[5] la scelta di ridurre le tasse è giusta, ma va fatto tenendo conto di un criterio di equità (quelli in affitto stanno molto peggio, ma quasi nessuno se ne preoccupa), di progressività (art. 53 Cost.) e di certezza del gettito (l’IMU è difficilmente evadibile), nonché considerandone gli effetti sulla domanda aggregata e la crescita economica (sarebbe meglio dare i 4 miliardi ai senza reddito).

L’abolizione dell’IMU, invece, come avvenne per l’ICI, da una parte è un regalo per i ricchi, da un’altra è un ristoro piccolo per la gran parte dei contribuenti,[6] dall’altra ancora toglie risorse preziose che potrebbero – anzi dovrebbero – essere destinate all’housing sociale (voce estremamente carente in Italia) e servire per finanziare sia un corposo piano pluriennale di alloggi pubblici di qualità, sia il potenziamento dei sussidi all’affitto.

Nonostante questi gravi difetti, l’opposizione della minoranza PD e le critiche dell’UE, della Corte dei Conti, di Banca d’Italia e di altri,[7] lo spregiudicato e sempre più destrorso Renzi non demorde e conferma che varerà tale misura, con l’avallo sorprendente del ministro dell’Economia Padoan, che era invece contrarissimo quando faceva il funzionario OCSE.

Per parte mia, non potrò punire il PD elettoralmente, poiché questo l’ho già deciso e fatto quando improvvidamente abolì l’IMU.


[1] Renzi: "Dal 2016 via tassa prima casa, riduzione fisco mai vista"
Il segretario all'assemblea del Partito democratico lancia un messaggio: "Non siamo partito delle tasse". E fa il bilancio: "Quello che abbiamo fatto in sette mesi è degno di onore e orgoglio perché ha consentito al Paese di ripartire".
18 luglio 2015

[2] Analisi QQ/2/Abolizione dell‘ICI

[3] Letta, Epifani e Saccomanni, un trio di calabrache

[4] Mario Monti: «Io ero più a sinistra di Renzi»
L'ex premier ospite a In Onda: «Ho messo più tasse sulla proprietà di lui e di Letta»
03 settembre 2015

[5] Fisco, Bersani: "Giusto ridurre tasse, ma non come la destra"
L'ex segretario Pd: "Sacrosanto ridurre il carico fiscale, bisogna discuterne sul serio". E invita a leggere l'intervista di Visco su Repubblica nel quale l'ex ministro attacca il premier. Il plauso di Squinzi alla proposta del premier: "Va nella giusta direzione"
20 luglio 2015

[6] Cgia: con l'abolizione Tasi risparmio di 204 euro, ma per i ricchi sono 2000
I conti dell'Associazione di Mestre sulla proposta del governo di abolire le imposte sulla prima casa: per i possessori di case di tipo economico il risparmio sarà di 130 euro, ma chi ha un castello ne risparmierà 2.280
02 settembre 2015

[7] Il taglio della Tasi è un favore ai ricchi. Contrari Ue, Bankitalia e Corte dei Conti
Il governo tira dritto sull'abolizione delle imposte sulla casa, nonostante lo scetticismo di Bruxelles. A beneficiare della sforbiciata sarebbero solo i più ricchi. Già la Corte dei Conti e Bankitalia hanno sottolineato la priorità di tagliare le tasse sul lavoro e sulle imprese, che in Italia pesano più che in ogni altro Stato Ue
di GIULIANO BALESTRERI e RAFFAELE RICCIARDI
03 settembre 2015

Nomisma boccia il taglio della Tasi: "Favorisce i più ricchi"
L'Osservatorio sul mercato immobiliare si allinea alla Corte dei Conti, Bankitalia e Unione europea nella critica alla manovra del governo Renzi per cancellare l'imposta sulle case: "Non redistribuisce il carico fiscale nel senso di una maggiore equità"
05 settembre 2015


Post e articolo collegati:

12 (e più) motivi contro l’abolizione dell’IMU sulla prima casa, nessuno a favore

Abolizione IMU-TASI, l’allievo Renzi ha superato il maestro Berlusconi
http://vincesko.blogspot.com/2015/10/abolizione-imu-tasi-lallievo-renzi-ha.html

Camusso contro il governo su pensioni, esodati e taglio Tasi
10 settembre 2015
http://www.repubblica.it/economia/2015/09/10/news/camusso_pensioni_esodati_tasse_casa-122568610/


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giovedì 3 settembre 2015

Sono l’Ue e la Bce a non rispettare i trattati europei


Sono Ue e Bce a non rispettare i trattati europei
04/08/2015
Il modello d’Europa definito dai trattati europei appare assai migliore rispetto all’effettiva gestione che alla comunità europea stanno dando gli organismi investiti del governo dell’Ue
Articolo ottimo, ma manchevole del corollario più logico

Finalmente su Sbilanciamoci l’articolo di un esperto che conosce sia i trattati UE che lo statuto della BCE (numero molto esiguo tra gli Europei, anche tra gli addetti ai lavori), che sia l’UE che la BCE (vedi le prove documentali nell’Allegato alla mia petizione) scientemente cercano di tenere nascosti (anche io ho dovuto districarmi via via tra i vari documenti – vecchi e nuovi - reperiti in rete). E che scrive che il re (UE e BCE) è nudo. Lo sto gridando, inascoltato, da oltre un anno, invitando ad abbandonare la strada degli inefficaci appelli e intraprendere quella delle maniere forti. Tra cui quella principe della legge.
L’articolo è ottimo, ma manchevole, appunto, proprio del corollario più logico: perseguire la strada del ricorso legale all’Autorità preposta, che è la Corte di Giustizia Europea (CGUE), per violazione dei trattati e dello statuto della BCE. Io ho provato a intraprenderla, ma mi era preclusa, allora ho rivolto una petizione al Parlamento Europeo, perché accerti e dichiari la violazione statutaria da parte della BCE.

Allego una selezione dei miei post, il testo e le motivazioni della mia petizione e un appello degli economisti:

Quesito aperto a Mario Draghi
Post n. 466 del 21-07-14

Quesito-proposta sulla violazione statutaria della BCE
Post n. 478 del 28-08-14

Una ‘Bretton Woods’ per l’eurozona (Appello di centinaia di economisti)
14/10/2014
Appelli o minacce forti?
Post n. 491 del 16-10-14

Petizione al Parlamento europeo: la Bce non rispetta il suo statuto
p. c. Corte di Giustizia Europea
p.c. Corte Costituzionale italiana
p.c. Governo italiano
Lo statuto della Bce stabilisce due obiettivi. Il primo è la stabilità dei prezzi, "sotto, ma vicino, al 2%". Oggi in molti Paesi dell'Euro l'inflazione è sotto zero. La deflazione è un male ancora più grave dell'inflazione e la Bce non sta facendo quello che dovrebbe per riportare i prezzi all'obiettivo quantitativo da essa stessa deliberato.
Il secondo obiettivo è stabilito nello stesso articolo 2 dello statuto: "Fatto salvo l'obiettivo della stabilità dei prezzi", la Bce "sostiene le politiche economiche generali dell’Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell’Unione definiti nell'articolo 3 del Trattato sull'Unione europea". Tra questi, una "crescita economica equilibrata"; la "piena occupazione"; "la solidarietà tra Stati membri".
Come tutti possono constatare, la Bce non ha fatto e non ha in programma di fare nulla per questi obiettivi, e queste problematiche sono del tutto assenti persino nelle esternazioni del suo presidente.
Tutto ciò premesso, noi chiediamo:
1. di accertare e di dichiarare se quanto da noi denunciato risponde al vero;
2. di accertare e di dichiarare se la BCE è colpevole di violazione statutaria e perciò anche passibile di denuncia alla Corte di Giustizia Europea (art. 35 dello statuto BCE).

Allegato
1 - Motivazioni della petizione
2 - Statuto BCE
3 - Obiettivo inflazione sotto 2%, ma vicino
4 - Federal Reserve Act (e divieto acquisto diretto titoli Tesoro USA)
5 - Trattato di Lisbona
6 - Trattato di Maastricht
3 Novembre 2014

Allegato alla Petizione al Parlamento europeo: la Bce non rispetta il suo statuto
Post n. 499 del 03-11-14

Mario Draghi confessa che la BCE vìola il suo statuto
Post n. 557 del 19-04-15


Articolo collegato, col mio commento in calce:

Perché l’Eurogruppo sta governando l’Europa?
di Alberto Bagnai
La farraginosa complicazione del diritto europeo fa sì che ben pochi tra i comuni cittadini siano consapevoli di quali siano le modalità di governo della UE, un’organizzazione che sta diventando sempre più determinante per le nostre vite. In questo quadro oscuro, può accadere che organismi informali prendano delle decisioni per le quali non hanno alcun potere e al di fuori di ogni certezza del diritto…e nessuno se ne accorga! Sul suo blog Goofynomics, il prof. Alberto Bagnai analizza storia e origini dell’Eurogruppo, quest’organo stravagante che paradossalmente (e non per caso) ha in mano la gestione della crisi dell’euro. Una lettura indispensabile
29 agosto 2015

In uno dei post linkati nell'articolo, A. Bagnai menziona gli "appellisti", che "scrivono “appelli” assolutamente saggi e clamorosamente inopportuni, che nessuno leggerà".
Il prof. Bagnai vede nell’uscita dall’Euro l’unica soluzione, ma la ritiene di difficile realizzazione. Egli è uno dei pochissimi che conosce i trattati e lo statuto della BCE (mutuato dai trattati), ma che io sappia non ha mai proposto, come subordinata, la denuncia della BCE alla Corte di Giustizia Europea o, per tornare al tema dell’articolo, degli autori politici dell’uso abnorme di un organismo informale come l’Eurogruppo.
Traggo da un mio post, scritto dopo aver discusso a lungo, con vari promotori, dell’inefficacia degli appelli.
"La conclusione, infine, concerne le soluzioni. Torno a dire, le mezze misure – o gli appelli - con l’arrogante ed egoista Germania non servono, come si è visto finora sono del tutto inefficaci, occorrono minacce forti, come l’uscita dall’Euro o la denuncia della BCE alla Corte di Giustizia Europea ed al Parlamento Europeo per violazione statutaria. Pena il permanere della crisi economica ed una lenta agonia".
Appelli o minacce forti?


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martedì 1 settembre 2015

Questione meridionale, somma di inefficienze


Fondi UE e Mezzogiorno, oltre il piagnisteo
04/08/2015
Le politiche di coesione accendono molti appetiti ma delineano pochi veri investimenti per la crescita e l’occupazione delle regioni più in difficoltà del Paese


Qualcuno ha osservato che “l’Ue è un'area economica senza governo. Mentre i vincoli di finanza pubblica, indebitamento e debito pubblico, sono stringenti, gli impegni per la crescita e lo sviluppo restano per lo più delle (buone) raccomandazioni” (http://sbilanciamoci.info/Sezioni/globi/Ue-un-area-economica-senza-governo-22282).

La dicotomia è amplificata negativamente, in Italia, dalla struttura “triangolare” della spesa UE: lo Stato centrale versa il suo contributo alla UE, che retrocede alle (inefficienti, talvolta corrotte, segnatamente al Sud) Regioni circa il 60% di quanto versato a Bruxelles (http://www.forexinfo.it/Fondi-europei-Italia-contribuente).

Questo articolo di Sbilanciamoci fornisce delle notizie interessanti. La principale è che all’inefficienza delle Regioni si somma oggi quella del Governo, che ha accentrato presso la Presidenza del Consiglio la gestione della spesa per il Mezzogiorno, dopo che Renzi ha cancellato il Ministero della Coesione territoriale (http://www.huffingtonpost.it/arturo-scotto/renzi-chiude-il-ministero-per-la-coesione-territoriale-e-non-e-solo-una-dimenticanza_b_4845584.html), dimostrando la sua ignoranza e la sua inadeguatezza come PdC di provenienza PD (“Nessuna politica per il Sud può essere credibile ed efficace se non viene pensata come parte di un disegno riformatore nazionale, in grado di affrontare i nodi della crisi economica, sociale e democratica dell’intero Paese. Solo unita l’Italia può uscire dalla più grave crisi democratica ed economica della sua storia repubblicana”. Le proposte del Partito Democratico/11 - Mezzogiorno  http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2763786.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/le-proposte-del-partito-democratico11.html).

Ribadisco ancora una volta: dato il sostanziale fallimento delle modalità con le quali si è affrontato finora la questione meridionale, occorre prefigurare soluzioni innovative, e cioè, nell’ordine: a) l'assunzione della Questione meridionale come questione strategica nazionale; b) una rivoluzione culturale ed un correlato PROGETTO EDUCATIVO quinquennale o decennale, basato sul ruolo cruciale della donna, come madre e insegnante (Assistenza a domicilio, attraverso "health visitor", delle mamme in gravidanza e fino a 3 anni di vita del bambino, periodo cruciale per lo sviluppo delle sinapsi e la costruzione della personalità del bambino, sotto l'aspetto intellettivo, psicologico ed etico-normativo Questione femminile, questione meridionale, rivoluzione culturale e progetto educativo
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2580796.html oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/questione-femminile-questione.html; c) il commissariamento del Sud o l'adozione della proposta della SVIMEZ di unificazione-centralizzazione dell'amministrazione pubblica del Mezzogiorno; d) una riorganizzazione radicale della burocrazia; e) una lotta feroce alle mafie. In ultimo, f) vengono le risorse (investimenti in: educazione, R&S, sicurezza, infrastrutture, economia verde, turismo, tutela del territorio), che però devono essere congrue, utilizzando come benchmark la Germania dell’Est*.

* Banca d'Italia - Mezzogiorno e politiche regionali
744 pagg., vi sono inclusi: informazioni utili per valutare la performance territoriale delle amministrazioni pubbliche ed un raffronto con la Germania Est (in 40 anni, la politica straordinaria ha speso nel Sud non più dello 0,7 per cento del Pil; per contro, per osservatori autorevoli tedeschi, “l’unità nazionale è un valore che trascende la logica economica, per il quale può ben valere la pena sacrificare il 5 per cento del PIL” - maggiore di quello italiano -  secondo le regole del federalismo cooperativo (Politikverflechtung), che costituisce il carattere saliente del modello politico tedesco. Secondo stime non ufficiali i trasferimenti lordi sarebbero ammontati per il periodo 1991-2003 a 1.250-1500 miliardi di euro, equivalenti a una media di 96-115 miliardi annui) (pag. 486).


Articolo collegato:

Quanto ci costa lasciare andare alla deriva il Mezzogiorno
Le debolezze del Mezzogiorno sono ancora oggi la madre di tutti i nostri problemi
di Maurizio Ferrera
10 settembre 2015
http://www.corriere.it/economia/15_settembre_10/quanto-ci-costa-lasciare-andare-deriva-mezzogiorno-6e0f7c78-578b-11e5-b3ee-d3a21f4c8bbb.shtml


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