giovedì 7 gennaio 2016

I mussulmani e Freud


Primo l’uomo, secondo il cammello, terzo la capra, quarto la donna

I fatti avvenuti nella città tedesca di Colonia lo scorso Capodanno,[1] con violenze sessuali su donne da parte di un migliaio di arabi e nordafricani, hanno innescato in Italia un acceso dibattito pro e contro l’immigrazione, sullo scontro di culture diverse, sul disprezzo da parte dei mussulmani dei valori occidentali e delle donne, sulla perdita di libertà delle donne di girare liberamente nelle nostre città; solo qualcuno, in particolare Lucia Annunziata, ha fatto riferimento esplicito all’esigenza di affrontare il problema anche in termini di rieducazione.
Io sono stato per un anno e mezzo in Paesi arabi – l’Arabia saudita e la Libia – e mi sono potuto rendere conto direttamente degli effetti di un regime illiberale, repressivo delle pulsioni sessuali e di discriminazione di genere ai danni delle donne, sulla psiche e sul benessere delle persone. Da questo punto di vista, l’Arabia saudita era molto peggio della Libia.[2]
Freud afferma in “La morale sessuale ‘civile’ e il nervosismo moderno”:
“(…) In generale, la nostra civiltà è costruita sulla repressione delle pulsioni. Ciascun individuo ha ceduto qualche parte delle sue possessioni – qualche parte del senso di onnipotenza o delle inclinazioni aggressive o vendicative della sua personalità. Da questi contributi è sorto il possesso comune della proprietà materiale e ideale della civiltà. Oltre alle esigenze della vita, sono stati, senza dubbio, i sentimenti familiari derivati dall’erotismo ad avere indotto i singoli individui a fare questa rinuncia. Nel corso dell’evoluzione civile la rinuncia è stata di carattere progressivo. I singoli passi furono sanzionati dalla religione; la parte di soddisfazione pulsionale a cui ogni persona aveva rinunciato veniva offerta come sacrificio alla Divinità, e la proprietà comune così acquistata fu dichiarata “sacra””.
I mussulmani, o almeno una parte cospicua di loro, sono costretti in una posizione scomoda e contraddittoria: da una parte, a causa di regole troppo restrittive (niente alcol, niente sesso, niente divertimenti), devono cedere al loro Dio troppa parte delle loro possessioni; dall’altra, possono sfogare quasi liberamente gli effetti della repressione sull’oggetto-donna, solo quarta – si dice volgarmente – nella graduatoria per importanza: primo l’uomo, secondo il cammello, terzo la capra, quarto la donna.
Cioè è in auge da secoli un meccanismo perverso che si autoalimenta. La repressione sessuale, che trova varie forme di espressione (a Riyadh, il sacerdote islamico girava - forse gira ancora - con un bastone per le strade e puniva chi deviava dall’osservanza delle regole prestabilite), produce frustrazione, che si traduce in violenza repressa, che trova le strade di sfogo.
L’ho provato di persona quando stetti per poco più di un mese in Arabia Saudita: non c’è nulla di più conturbante che osservare una donna araba che, quasi accanto a te assieme al suo uomo, toglie per qualche istante il velo dal viso per guardare un gioiello nella vetrina di un supermercato. Francamente non so perché, ho anche chiesto inutilmente a qualche medico, l’atmosfera saudita per me fu più potente dell’afrodisiaco più efficace.[3]
Ha ragione Lucia Annunziata: occorrerebbe un percorso speciale rieducativo per gli uomini mussulmani (ed anche per cattolici repressi, ovviamente). Ma bisognerebbe affidarlo al massimo esperto in materia di patologie che hanno l’eziologia nel sesso: Sigmund Freud.[4]

[1] Colonia sotto choc per le violenze di Capodanno: decine di donne molestate nella notte di festa
La polizia: «In azione un migliaio di uomini di aspetto nordafricano o arabo in zona stazione». Novanta le denunce arrivate alle autorità. Merkel: «Puniremo i responsabili»
05/01/2016

[2] La cricca libica

[3] L'organo sessuale per antonomàsia, il cervello

[4] Curiosità sessuali represse e sviluppo intellettuale/1


Articolo e video collegati:

In Germania la cultura dello stupro non è stata importata: è sempre esistita
Di Stefanie Lohaus e Anne Wizorek
gennaio 7, 2016
http://www.vice.com/it/read/aggressione-donne-colonia-capodanno-639

Psicoanalisi
Sigmund Freud - Visionari del 21/04/2014
• Durata:00:55:46
• Andato in onda:21/04/2014
• Visualizzazioni:22140
Sigmund Freud - Senza di lui non parleremmo di inconscio, lapsus, complesso di colpa. Daremmo forse meno importanza ai sogni. Senza di lui, non ci sarebbero stati i surrealisti. Forse James Joyce non avrebbe scritto l’Ulisse né Proust la Ricerca e forse non potremmo parlare "scientificamente" di sesso. "Compagni di viaggio" di Corrado Augias in studio saranno il filosofo Umberto Galimberti, lo psichiatra Luigi Cancrini, il sociologo della scienza Massimiano Bucchi, lo storico Gustavo Corni e il sociologo Ilvo Diamanti
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-f5752d2f-16b4-4e04-93d4-b0fd6d5bee64.html


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